n.2 della rubrica Strana-Mente
C’era una volta la piazza del paese, dove tutti si riunivano per scambiare quattro chiacchiere. La piazza era, però, anche luogo centrale di qualsiasi manifestazione, fosse essa di tipo religioso o istituzionale. Allora succedeva che il sindaco si rivolgesse ai cittadini per importanti comunicazioni proprio nella piazza o che la processione della madonna di turno culminasse proprio lì, nella piazza. Il mercato poi, occasione importante per tutti, non poteva che svolgersi nella piazza principale. Tutto questo in mezzo ad un gran parlare, discutere, piangere o ridere. La piazza era un luogo vivo, pulsante.
La cosa che mi ha sorpreso l’altro giorno, ma alla fine neanche più di tanto, è stato leggere un articolo su un quotidiano locale: “Sbandieratori dei rioni festeggiano l’apertura della nuova Coop” a Figline. L’articolo proseguiva con la descrizione del taglio del nastro da parte del sindaco, con un tono carico di aspettative per questo centro commerciale finalmente a misura di una cittadina come Figline Valdarno. Certo fino ad ora i cittadini di Figline dovevano superare non pochi complessi di inferiorità quando si recavano all’Ipercoop di Montevarchi, ma adesso possono camminare a testa alta. Non avranno più bisogno di andare a Montevarchi e fingersi montevarchini per caricare i loro carrelli di offerte 3×2 (prendi 3, paghi 2, butti 1 perché allora che hai finito gli altri 2 il terzo è sicuramente scaduto), anzi, se prestano attenzione potranno scovare qualche montevarchino che adesso si finge figlinese. Si, perché qui a Figline il grande polo di acquisti a carrellate piene vanta anche un OVS e un Mediaworld!
Che peccato. Non solo siamo riusciti a svuotare di contenuti quella che per secoli, forse millenni rappresentava il luogo d’incontro e di confronto di ogni singolo paese o città, la piazza appunto. Siamo anche arrivati ad istituzionalizzare quelle che sono state le cause di questo svuotamento, i centri commerciali. Manca solo che la prossima processione preveda anche un passaggio a benedire i copiosi guadagni di queste multinazionali.
E’ davvero un peccato soprattutto se si pensa che queste persone hanno in cima ai loro obbiettivi quello dell’incremento dei guadagni e quello della riduzione dei costi (lavoro precario e prodotti scadenti). A farne le spese siamo un po’ tutti. Non solo chi è ammaliato da questi lustrini del risparmio facile, ma anche chi non frequenta questi luoghi e si trova in difficoltà a trovarne altri dove poter incontrare persone.
Mi viene voglia di riconquistare le piazze! Alla fine però sono fortunato. A Reggello non ci sono grossi centri commerciali. La piazza è ancora viva! ”…ma dove sono tutti?” chiedo ad un passante dopo essermi accorto che la piazza era stranamente vuota. “Sono alla Coop di Figline! Vedessi che roba! Ancora non ci sei stato?”
Ci rinuncio, ha vinto la Coop… ma solo per il momento.
Peace.
G.