n.1 della rubrica Strana-Mente
Strana Mente N. 1
C’era una volta il saluto che veniva scambiato gratuitamente dalle persone, anche sconosciute tra loro, che si incontravano per strada.
Va da se che oggi, con “l’evoluzione” della nostra specie, il mezzo di locomozione per eccellenza, l’auto, abbia soppiantato quasi totalmente la camminata che prima rappresentava un fantastico modo di socializzare.
Ancora oggi è raro che qualcuno non risponda ad un sorridente “Buongiorno!” ed è incredibile il numero di persone che mi capita di incontrare, e con le quali mi piace soffermarmi a fare due chiacchiere, nei pochi chilometri di strada che percorro quotidianamente con la mia bici.
Devo ammetterlo, quasi sempre tocca a me per primo far dono del mio sorridente “Buongiorno!” e quando sono distratto, raramente qualcuno scocca il proprio sorridente “Buongiorno!”. Così ho deciso: non devo più distrarmi! E’ troppo bello per essere abbandonato nelle vischiose viscere del proprio orgoglio. Non diciamo “Buongiorno!” aspettandoci qualcosa indietro. Come con qualsiasi altro dono anche con il saluto non possiamo aspettarci un ritorno.
Certo capita a tutti di pensare ad altro mentre si compiono determinate azioni, ma la presenza, la consapevolezza, sono stati d’animo che “riempiono” e per ciò non possono essere trascurati. Così è per il seme della gentilezza. Dobbiamo continuare a lavorare la terra per far si che questo seme, una volta lanciato a piene mani, possa trovare un ambiente confortevole e nutriente dove poter esprimere il meglio di se e generare in tal modo deliziosi frutti.
Devo però dire che alcune cose mi appaiono davvero buffe. Vi è mai capitato di imbattervi in quegli avventori della Sette Ponti (strada panoramica che nel medioevo collegava Arezzo e Firenze e che ancora oggi è praticata) che con l’arrivo della bella stagione decidono di rimettersi in forma con una sana corsa? Ci sono alcuni che a malapena sono riconoscibili: grossi occhiali scuri, cuffie collegate al cellulare o Mp3, qualche volta col cappuccio tirato sopra alla testa. Per me è meraviglioso lasciar scorrere il vento tra i capelli, ascoltare le diverse conversazioni tra volatili, percepire le varie sfumature di colore e gareggiare col sole con la consapevolezza di chi sa di aver già perso in partenza. Provo a dirgli “Buongiorno!”, ma quasi mai riescono a notarmi.
Il mio augurio è che un giorno riescano a perdere quegli spessi occhiali scuri e riescano così a vedere quello che li circonda con nuovi, splendidi occhi gioiosi.
Peace.
G.